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domenica 13 novembre 2011

Si è dimesso. E ora?

Si è dimesso. Per la prima volta in 17 anni il nostro giovane premier fa un passo indietro. Ma adesso arriva il difficile: cosa succederà? Perché, dato per scontato che Mario Monti riceverà l'incarico per formare il nuovo governo, non è detto che questo avrà vita facile: La Lega ha già detto che farà opposizione (scegliendo una linea coerente con quello che hanno sempre detto, ma politicamente sbagliata a mio avviso), mentre il Pdl sembra un ricettacolo di posizioni diverse che sono state conciliate solo con una serie di ricatti al limite dell'assurdo, come la non candidatura di Monti alla prossime elezioni (e che è hanno paura che li superi in popolarità?), che il prossimo governo deve essere a tempo e deve avere come programma politico dal punto di vista economico solo la lettera d'intenti dalla BCE. Così facendo il governo parte già parecchio indebolito perché in politica non ci sono scadenze (infatti questo governo deve durare secondo la maggioranza che ci sarà, non è che dopo 4 mesi scade e bisogna andare per forza a elezioni) e, soprattutto, se non fai parte del governo non puoi dettare la linea politica: poi presentare tutti gli emendamenti in parlamento, ma lascia fare al governo il tuo lavoro.

Sorprendentemente il PD si è mostrato subito unito e compatto (cosa più unica che rara) ed è riuscito anche a convincere Di Pietro a sostenere il governo, bisogna vedere se questa linea unica durerà a lungo oppure si spaccheranno come al solito. Il Terzo Polo lo sosterrà, vedremo come si comporteranno in futuro.

Comunque bisogna mettere le mani avanti: se Monti avrà mani libere, prenderà decisioni impopolari e durissime, quelle dovevano prendere tutti i governi precedenti. La preoccupazione è tanta, però questo governo denota già una novità importante: la sconfitta della politica italiana, perché non è riuscita a fare niente in tutti questi anni per risolvere i problemi dell'Italia.

Vedremo se i tecnici che prenderanno il posto dei politici riusciranno a risollevare le sorti italiane. Non sono molto ottimista a riguardo. Però la speranza è l'ultima a morire.

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