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sabato 28 gennaio 2012

Il terremoto

Ieri c'è stata una forte scossa di terremoto (magnitudo 5,4) avvertita in tutto il Nord Italia. Io ero in dipartimento e, una volta partita la scossa, una delle addette alla sicurezza ha urlato: "Evacuare subito" e siamo usciti tutti tranquillamente dalle scale, in attesa di tornare dentro. In quei momenti ho ripensato al terremoto del 1996: ero a scuola e la maestra stava spiegando i vulcani. Ci spiegava che durante le eruzioni vulcani possono essere avvertite delle scosse di terremoto. Dopo 10 minuti si è sentita una bella botta e siamo dovuti uscire tutti. Quando si dice la casualità degli eventi.

P.S.: Sentire poi un prof. che al ritorno negli uffici dice: "Abbiamo evacuato" non ha prezzo.

venerdì 20 gennaio 2012

Sul copyright e dintorni

Tra l'oscuramento di alcuni siti web contro la proposta di legge SOPA del congresso statunitense e la chiusura di Megaupload, la questione del diritto d'autore su internet è tornato prepotentemente alla ribalta. Non voglio approfondire queste due notizie in particolari, ma mi piacerebbe aprire un dibattito con quelli che seguono questo piccolissimo blog su quanto concerne il copyright e il suo sfruttamento sulla rete.

La mia idea è che sia assolutamente legittimo avere il diritto d'autore nei vari ordinamenti giuridici (lo metto subito in chiaro perché conosco gente che vorrebbe abolirlo di sana pianta), però quello che non mi convince è come viene sfruttato un determinato prodotto su internet da parte delle grosse (e a volte grossissime) case editrici/discografiche/cinematografiche. Ok, diciamo subito che il tutto iniziò malissimo con Napster, ma le famigerate major dopo quella esperienza non hanno capito subito le potenzialità mostruose che ha internet per quanto riguarda la commercializzazione di un prodotto? Infatti la prima che ci è arrivata è stata Apple con iTunes Store e ha fatto su un sacco di soldi, lasciando alle major con un pugno di mosche (comunque tanta grana, ma meno di quanto avrebbero guadagnato se avessero fatto per conto loro). Ma cavoli, il loro unico obiettivo è fare sempre più soldi e quando hanno l'opportunità se la lasciano sfuggire dal primo Steve Jobs di turno? Perché la pirateria e la violazione del diritto d'autore sistematica si è diffusa anche perché non si riescono ad offrire (e in passato non c'erano proprio) alternative legali per vedere certe serie TV o i film appena usciti.

Il problema della pirateria e che non sempre la qualità del prodotto è garantita: il film è in qualità bassa, se non bassissima, l'audio non è sempre perfetto, e a volte è fuori sincro, e ci vuole spesso parecchio tempo per avere il file completo. La gente, se c'è qualità, la premia: se, per fare un esempio a caso, la Fox facesse vedere in full HD le sue ultime produzioni cinematografiche in streaming o permettendo di scaricare legalmente a un prezzo ragionevole (che so 5 euro) tramite uno store opportunamente gestito, la gente non accorerebbe in massa a scaricarsi l'ultimo film? Perché se ci si pensa una famiglia media, facciamo di 4 persone, che vuole andare tutta insieme al cinema meno di 30 euro non li spende. Così facendo il guadagno è duplice: la famiglia risparmia perché compra un film una volta sola e lo può guardare comodamente da casa con la massima qualità possibile e sul proprio PC, mentre la Fox, o chi per lei, può sfruttare un mercato dalle potenzialità elevate senza intaccare il mercato del cinema. Perché se ci pensate, nonostante la pirateria, i cinema ci sono ancora e la gente i film li va a vedere (questo tema meriterebbe un discorso a parte, perché ormai ci sono solo delle multisala nelle grandi città, ma comunque mi è capitato di trovare cinema stracolmi e con delle promozioni furbe per invogliare ad andare al cinema nei giorni feriali).

Quello che hanno capito molti di quelli che bazzicano internet, ma sembra che invece i capoccia delle major sembrano lungi dal comprendere, è che moltissimi utenti comprerebbero prodotti in maniera legale se ne avessero l'opportunità, ma non lo fa perché non ne ha occasione. Poi ovviamente ci saranno quelli che continueranno a piratare anche se il film costasse 10 centesimi, ma perché non dare occasione di fare acquisti legali a chi vuole?

Ok, l'ho tirata troppo per le lunghe, lascio spazio a chi vuole partecipare a questa discussione!

mercoledì 18 gennaio 2012

I Repubblicani e i sondaggi

La corsa alla nomination nel partito Repubblicano prosegue: il 10 si è votato in New Hampshire con una nuova vittoria di Romney e un buon margine sul secondo classificato, Ron Paul. C'è anche da segnalare il ritiro dalla corsa elettorale di John Huntsman e questo può favorire ulteriormente Romney poiché Huntsman era uno dei candidati più liberali e moderati in corsa e, per essere credibili e avere qualche possibilità di vittoria nel confronto con Obama, bisogna puntare sul voto dei moderati e indipendenti, che risulterà decisivo.

Il prossimo appuntamento sarà il 21 in South Carolina: anche in questa occasione Romney è il favorito, ma sarà una lotta più incerta anche perché lo stato in questione è parecchio conservatore e potranno essere favoriti i candidati più "estremisti", soprattutto Santorum. Inoltre per l'ex governatore dello Utah si stanno addensando parecchie nubi su una questione legata alle tasse che paga (sarebbero poche in rapporto a quanto guadagna) e, per gli americani, più che le idee politiche contano le cose essenziali: se paghi le tasse e se hai una vita completamente intonsa e pulita.

La cosa più divertente che volevo segnalare era però questo sondaggio pubblicato nei giorni scorsi: come si vede qui, Obama batterebbe tutti i possibili avversari Repubblicani (nell'ordine Romney, Gingrich, Santorum, Paul e Perry), ma perderebbe contro un generico candidato Repubblicano. Ovvio sono sondaggi e vanno presi per quello che sono, ma questo risultato si presta a un'analisi più profonda: pare che gli americani siano abbastanza diffidenti o quanto meno delusi dai primi 4 anni dell'amministrazione Obama (tanto che le preferenze sono leggermente maggiori per un generico candidato Repubblicano), ma si vede che gli avversari che potrebbe affrontare l'attuale presidente non sono così all'altezza tanto da far preferire ancora il buon Barack. Questa vuole essere una nota di "colore", ma comunque è significativa del fatto che questi sondaggi è meglio prenderli con le molle (anche perché alla fine il presidente si elegge con i voti dei Grandi Elettori assegnati ai singoli stati, quindi il voto popolare interessa fino a un certo punto).

giovedì 5 gennaio 2012

La democrazia interna nel movimento di Grillo

E dopo 5 mesi mi tocca parlare di lui: Beppe Grillo. Finora avevo evitato saggiamente di parlarne per non scatenare l'ira dei grillini della rete, però dopo l'ultima sua uscita un commento è inevitabile.

Premessa sulla vicenda: il capogruppo del Movimento 5 Stelle nel consiglio regionale dell'Emilia Romagna, tale Andrea Defranceschi, deposita una risoluzione in cui si chiede un intervento per non chiudere L'Unità in cui si chiede alla Regione (cito):
"di attivarsi affinché vengano salvaguardati gli attuali posti di lavoro e le professionalità da questi rappresentate ricorrendo a tutti gli strumenti utili."
Una richiesta ragionevole per chi vuole difendere i lavoratori e vuole essere loro vicino in un momento di difficoltà, ma non per Grillo; infatti, tra i punti cardine del suo programma, c'è l'abolizione dei finanziamenti pubblici alla carta stampata, quindi sarebbe molto contento se chiudesse un giornale ostile a questo suo punto programmatico. Ed è qui che inizia la discussione, perché il comico attacca ferocemente il consigliere regionale dicendo:
"Il 2012 non sarà del tutto negativo. Porterà in dono anche la chiusura di molti giornali finanziati con soldi pubblici, veri cani da guardia dei partiti. [...] Se qualche esponente del Movimento 5 Stelle la pensa diversamente non è un problema. Il Pdmenoelle lo accoglierà subito tra le sue braccia."
Insomma un attacco duro verso chi, e sono parole sue, non è il capo del Movimento. Invece questo comportamento, agli occhi di chi non ne fa parte, sembra proprio quello di un capo-padrone: se non la pensi esattamente come lui devi andare con gli altri (manco fossimo sull'isola di Lost).

Quello che Grillo e i vari membri del Movimento devono ancora capire è che la politica è contraddittorio tra chi, pur facendo parte dello stesso partito e dello stesso movimento, non la pensa esattamente come te: il signor Defranceschi con ogni probabilità la pensa come Grillo sul finanziamento pubblico ai giornali, cioè è contrario a dare soldi pubblici alle testate giornalistiche, ma vuole trovare un modo per non far perdere un posto di lavoro in una situazione economica difficile. Invece per il buon Grillo devono andare tutti a casa e anzi meglio così, c'è un giornale in meno che ci attacca.

La politica non è solo bianco e solo nero, ma è in toni di grigio: ci sono certe situazioni al limite in cui bisogna considerare caso per caso e non fare di tutta l'erba un fascio. Grillo infatti difende fino al midollo qualsiasi lavoratore, ma se poi a perdere il lavoro sono giornalisti (che con ogni probabilità non ricevono stipendi a 4 o 5 zeri), chissene frega, sono parte del sistema come i politici, al rogo insieme a loro. Grillo deve capire che con questa strategia può prendere voti subito (come si è visto nelle tornate elettorali fin qui svolte), ma quando arrivi all'atto pratico dove bisogna avere un confronto costruttivo e non solo mandare a quel paese l'avversario, ecco che il giocattolo si rompe. Proprio come è successo in questi giorni, con i lettori del blog divisi tra chi sta con Grillo e chi con il consigliere regionale, senza trovare una soluzione condivisa.

Un'altra cosa che poi è davvero molto seccante è questo continuo riferimento dell'aver tradito il mandato degli elettori. Fino a prova contraria c'è scritto sul sito dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna che:
"I Consiglieri regionali rappresentano l’intera comunità territoriale ed esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato."
Quindi il buon Defranceschi non deve dare conto a nessuno, men che meno ai suoi elettori. Se ai grillini questo non piace cambino la legge, non rompano le scatole sempre sulla volontà violata degli elettori, perché nell'ordinamento italiano non c'è scritto da nessuna parte che gli eletti in qualsiasi organo statale debbano rendere conto di quello che fanno a qualcuno (nota tecnica, ho trovato quel link in 5 secondi, poteva farlo chiunque altro. Quella che bisogna dar conto agli elettori e che si tradisce la volontà popolare è una bufala che ormai si è troppo radicata nella politica italiana).

Infine voglio dire che a me non interessa assolutamente quale sarà la sorte de L'Unità: è un giornale storico, è vero, ma se la baracca non va avanti è inutile prolungare l'agonia. Quello che voglio dire è che in certe situazioni bisogna anche tener conto delle voci discordanti, se no va a finire che invece di un movimento aperto a tutti crei solo un circolo mono-pensiero da cui non se ne esce.

martedì 3 gennaio 2012

Il mio candidato repubblicano ideale

Poiché stanotte iniziano in Iowa le primarie per decidere il candidato del Partito Repubblicano che sfiderà Barack Obama alle prossime elezioni di novembre, USA Today ha pubblicato sul suo sito internet questo simpatico quiz che ti permette di capire qual è il tuo candidato repubblicano ideale: prima bisogna dire, a proprio avviso, quali sono gli argomenti maggiormente importanti e poi bisogna rispondere a una domanda riguardante ciascun argomento. A seconda del vostro pensiero e delle risposte che date, viene trovato il candidato più vicino a quelle che sono le vostre idee. Io ho fatto questo giochino ed ecco il risultato finale

Cosa??? Obama???
Al primo posto si piazza Barack Obama, noto esponente repubblicano. Ah è vero, Obama non è mica repubblicano! Insomma la penso talmente uguale ai vari rappresentati repubblicani che quello più vicino al mio pensiero è un democratico. Al secondo posto si piazza Ron Paul a pari merito con Rick Perry (ovviamente non so assolutamente chi siano).

Naturalmente questo era solo un gioco e non ha alcun valore effettivo, però è interessante sapere come la pensino i vari candidati su diverse questioni e per vedere come i candidati più radicali (ovvero quelli più vicini al Tea Party) si scorneranno per avere l'appoggio dell'elettorato più conservatore.

Sarà molto interessante seguire la corsa alla nomination nel Partito Repubblicano: più il candidato nominato sarà un conservatore, più Obama avrà chance per essere rieletto, nonostante le enormi difficoltà che hanno contraddistinto il suo mandato alla Casa Bianca.