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domenica 4 settembre 2011

Ci sei mancato

Oggi si sono conclusi i mondiali di atletica leggera a Daegu. Potrei parlare di tantissime cose incredibili che sono successe, come la falsa partenza di Bolt nei 100 metri, la nuova sconfitta nel salto con l'asta di Elena Isinbaeva, la medaglia di bronzo di Antonietta di Martino nell'alto o l'unico record del mondo battuto, quello della staffetta maschile 4x100 metri da parte della nazionale giamaicana. Invece parlerò di un evento che si è potuto notare solo qua in Italia, anche perché interessa solo gli italofoni: l'assenza nelle telecronache di Franco Bragagna.
Potrete dirmi: "Ma che cavolo ce ne frega?". Invece ce ne frega, perché in un evento sportivo, oltre a ciò che accade, spesso è di fondamentale importanza anche come viene trasmesso l'evento in sé. Quindi il telecronista, oltre a dire correttamente a neofiti e appassionati cosa succede, deve riuscire a farti trasmettere qualcosa dal punto di vista emotivo. Franco Bragagna in questo è un maestro, basta solo guardare l'enfasi e la passione con cui commenta le gare di atletica (e sci di fondo) per farti saltare sul divano (gli esempi più eloquenti sono il record del mondo dei 200 metri di Michael Johnson nel 1996la vittoria nei 200 metri di Usain Bolt nel 2009). Inoltre di lui ho sempre apprezzato, a differenza di tutti i telecronisti mondiali, che studia attentamente la pronuncia dei nomi di tutti gli atleti (che siano russi, etiopi, coreani o giamaicani) e se si sbaglia si corregge pure. Ovviamente oltre ai pregi, il nostro ha anche dei difetti: infatti tende a interrompere troppo i colleghi, a volte si perde un po' nei sui discorsi e spesso dà l'impressione di essere un po' troppo saccente, ma questi difetti sono compensati ampiamente dalle sue qualità.
Dopo questa lunga disamina su Bragagna, arriviamo al punto: il servizio della Rai, senza di lui, è stato molto più basso. Non perché Luca di Bella sia un cattivo telecronista, ma perché si è visto che non è abituato a commentare più eventi simultaneamente come invece lo è Bragagna e spesso non riesce a trasmettere il pathos necessario per seguire la gara in corso. Un esempio è la staffetta 4x100 metri maschile (questo è il commento di Bragagna, mentre questo è il commento di Di Bella. Non c'è assolutamente paragone), mentre si è visto che Di Bella non riusciva bene a seguire più gare contemporaneamente, mentre Bragagna si destreggia ampiamente riportando i risultati di tutte le gare in corso e arrabbiandosi quando la regia non trasmette qualcosa di importante. Quello che mi chiedo è: c'è veramente tutto questo vuoto dal punto di vista dei telecronisti in Rai? Non è il caso di far crescere quelli più inesperti mandandoli come inviati per gli eventi minori e facendoglieli commentare, per poi avvicinarli man mano ai ruoli più importanti? Perché se non si fa così, quando c'è un imprevisto (come è successo a Bragagna), si manda gente assolutamente impreparata non dal punto di vista "tecnico", perché si vede che Di Bella non è un cattivo commentatore anche se ha commesso degli errori e non era sempre pronto, ma per quello che riguarda l'esperienza.
Quindi bisogna "salvaguardare" Bragagna e tenercelo stretto e, se volesse, potrebbe far crescere accanto a lui proprio Di Bella, così quando dovrà andare in pensione avremo un buon telecronista che non ci farà rimpiangere il buon Franco.

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